La pet therapy in Italia è stata introdotta già nel 1997 per ore della proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati da Piero Ruzzante. Una seconda proposta legislativa per promuovere il contatto uomo-animale a fine terapeutico si ha nel 2003 ad opera di Carla Castellani. Il più importante riconoscimento dato alla pet therapy si ha sempre nel 2003 grazie al Decreto del Presidente del Consiglio che recepisce l’accordo tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province Autonome, in materia di benessere degli animali da compagnia e pet therapy.

Vediamo in cosa consiste. Innanzitutto, questo accordo annovera gli animali da utilizzare per la pet therapy tra gli “animali da compagnia”. Poi stabilisce che l’addestramento di animali da compagnia per disabili o per la pet therapy sia da effettuare esclusivamente mediante soggetti con specifiche competenze. Infine, il decreto prevede che le Regioni e le Province Autonome possano valutare l’adozione di iniziative finalizzate ad agevolare il mantenimento del contatto delle persone con animali da compagnia, tanto di proprietà quanto utilizzabili per la pet therapy.

Da queste tre proposte ha origine un testo unificato relativo alla “disciplina delle Attività e delle Terapie Assistite dagli animali”. Nei suoi articoli, il testo sottolinea l’utilità sociale e terapeutica della pet therapy, promuovendo la progettazione e la realizzazione di tali  attività presso strutture sanitarie, tenendo sempre ben a mente il benessere dell’animale impiegato.

Oltre alla definizione delle cure, dei controlli e delle selezioni a cui devono sottostare gli animali impiegati in A.A.A./T.A.A., viene vietata l’utilizzazione, per la prima volta, di animali selvatici, esotici e di cuccioli. La composizione della Commissione Nazionale per le A.A.A./T.A.A. definisce diverse figure professionali della pet therapy e descrive le norme attuative per progettazione, valutazione e svolgimento delle A.A.A./T.A.A., nonché programmi di ricerca e modalità di divulgazione dei dati emersi. Infine, si definiscono gli standard per la costituzione di corsi di formazione per operatori e per la preparazione degli animali da impiegare nelle A.A.A./T.A.A. L’attenzione prestata a livello legislativo conferisce dignità scientifica e procedurale alla pet therapy in Italia, allontanando dalla pratica l’anonimato e il “fai da te” che negli anni precedenti avevano caratterizzato la natura delle attività svolte, contribuendo spesso a sminuirne l’autentico valore.